“Ci sono parole che fanno più male delle botte”, scriveva la quattordicenne Carolina Picchi prima di morire gettandosi nel vuoto con la speranza di sensibilizzare le coscienze dei suoi coetanei persecutori, ed una disperata lettera di addio a suoi compagni di classe l’aveva scritta anche Michele Ruffino toltosi la vita a soli diciassette anni esasperato dai giochi perversi di scherno da parte degli stessi compagni che avevano deciso di occultare lo scritto e di non avvisare nessuno. Due delle tante, sicuramente troppe giovanissime vittime di bullismo, fenomeno legato all’adolescenza e che purtroppo, negli ultimi tempi, ha visto aumentare esponenzialmente il numero di suicidi e di vessazioni spesso mai denunciate per timori di rappresaglie o di ulteriori aggressioni fisiche e verbali. Ma le possibilità per contrastare il cronico bullismo così come il più recente cyberbullismo c’è e sono state brillantemente illustrate in occasione dell’incontro dal tema “Violenza e Bullismo: Legalità a confronto” tenuto venerdi 13 gennaio presso l’aula magna dell’Istituto Ferrarin, presenti alunne ed alunni di tutte le classi, al quale sono intervenuti il presidente Giuseppe Valenti dell’associazione antiviolenza “Pro Life”di Belpasso con le educatrici Elisa Romeo e Carmen Arena, ed il tenente Giovanni Spadoni comandante del nucleo operativo Compagni Carabinieri di Fontanarossa. Partendo dalle testimonianze dei relatori sono state trattate le molteplici espressioni del triste fenomeno che alberga soprattutto negli ambiti scolastici ma non solo. Omertà ed indifferenza sono comportamenti da contrastare, ricercare gli adulti di riferimento insieme alla forza del gruppo sano è la migliore strategia per risolvere il problema. Particolarmente interessanti sono stati gli approfondimenti sui pericoli legati al mondo di internet, dove è costante il rischio di essere coinvolti anche involontariamente in situazioni di pedofilia, pornografia, razzismo, frodi, droghe illegali, sostegno al terrorismo o cadere in istigazioni che portano ad anoressia, bulimia, satanismo, autolesionismo e finanche al suicidio. E come avallato a fine lavori dalla Preside dott.ssa Patrizia Pittalà si deve far sempre leva sul senso di responsabilità con il quale, gli adulti come gli adolescenti, devono saper affrontare il problema perché solo indirizzando le coscienze verso la legalità si può ambire ad una società veramente civile e realmente libera.

Gianni Di Bella

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